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Inaugurato e benedetto il presepe in piazza Unità d’Italia

Inaugurato e benedetto il presepe in piazza Unità d’Italia

Utente PSC011-webmaster

da Psc011-webmaster

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La famiglia di Nazareth in una sfera, in un globo: un globo terrestre o il ventre materno; il simbolo della perfezione divina, ma anche uno spazio che tutto avvolge, che accoglie e che tante mani – le nostre mani- raccolgono e proteggono. La Famiglia di Gesù Bambino: nucleo della cellula del tessuto sociale ed emotivo che tutti noi strutturiamo tenendoci per mano.

Questo è il messaggio che gli alunni e i docenti di Arte: Pierpaola Del Giudice, Rosanna Di Corato, Raffaele Maniello e Cataldo Piccolomo della Scuola Secondaria di 1° grado “P.N. Vaccina  hanno inteso veicolare attraverso la realizzazione della Natività di quest’anno e collocata, in collaborazione con la parrocchia delle Sacre Stimmate, nella piazza antistante la stessa chiesa.

Una vera e propria installazione intorno alla quale oggi si è svolto un breve momento celebrativo nell’ambito del quale sono intervenuti il Vescovo, Mons. Luigi Mansi la Sindaca: Dott.ssa Giovanna Bruno e l’Assessore alla Persona, Dora Conversano; il Direttore medico del Presidio Ospedalierio “ L. Bonomo” accompagnato dal cappellano dell’ospedale Don Giuseppe Zingaro e Don Sabino Lampo.

La piazza delle Sacre Stimmate diventa ancora una volta il  luogo di incontro di tre istituzioni – la chiesa, la  scuola e il presidio ospedaliero-  a servizio della città e che periodicamente cooperano e collaborano. Gli auguri e i messaggi degli intervenuti sono stati intervallati dai canti eseguiti dagli alunni del coro della scuola Vaccina, diretti dal docente Gianpiero Grilli, e accompagnati dalle esecuzioni strumentali dei docenti Ruggiero Inchingolo, Cosimo Porcelli e Michelangelo Turturro.“La rappresentazione della Natività realizzata dagli alunni e dai docenti e della nostra scuola vuole trasmettere il messaggio del prendersi cura l’uno dell’altro”, afferma la dirigente della Scuola “P.N. Vaccina”, Francesca Attimonelli, “essere capaci di accogliersi e di tendersi la mano in un continuo sforzo reciproco di comprensione e aiuto.”